E' arrivato il mese di Novembre, siamo ormai ad autunno inoltrato ed ecco qui un meraviglioso frullato di stagione per i nostri cuccioli .
FRULLATO DI CACHI
Ingredienti:
un cachi
mezza banana
uno yogurt bianco intero non zuccherato
Laviamo bene il cachi, togliamo il picciolo e inseriamo la polpa nel frullatore insieme alla mezza banana tagliata a rondelle e allo yogurt.
Frulliamo il tutto e serviamo subito.
Suggerimento:
dopo l'anno di età, si può aggiungere un cucchiaino di miele e sostituire lo yogurt con un succo all'albicocca.
I VESTITI NUOVI DELL'IMPERATORE
C'era una volta un imperatore che amava così tanto la
moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non
aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei
boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi:
possedeva un vestito per ogni ora del giorno, e mentre di solito di un re si
dice: "È nella sala del Consiglio", di lui si diceva soltanto:
"È nel vestibolo".
Nella grande città che era la capitale del suo regno, c'era sempre da
divertirsi: ogni giorno arrivavano forestieri, e una volta vennero anche due
truffatori: essi dicevano di essere due tessitori e di saper tessere la stoffa
più incredibile mai vista. Non solo i disegni e i colori erano meravigliosi, ma
gli abiti prodotti con quella stoffa avevano un curioso potere: essi
diventavano invisibili agli occhi degli uomini che non erano all'altezza della
loro carica, o che erano semplicemente molto stupidi.
"Quelli sì che sarebbero degli abiti meravigliosi!", pensò
l'imperatore: con quelli indosso, io potrei riconoscere gli incapaci che
lavorano nel mio impero, e saprei distinguere gli stupidi dagli intelligenti!
Devo avere subito quella stoffa!".
E pagò i due truffatori, affinché essi si mettessero
al lavoro.
Quei due montarono due telai, finsero di cominciare il loro lavoro, ma non
avevano nessuna stoffa da tessere. Chiesero senza tanti complimenti la seta più
bella e l'oro più brillante, se li misero in borsa, e continuarono così, coi
telai vuoti, fino a tarda notte.
"Mi piacerebbe sapere a che punto stanno con la stoffa!", pensava
intanto l'imperatore; ma a dire il vero si sentiva un po' nervoso al pensiero
che una persona stupida, o incompetente, non avrebbe potuto vedere l'abito. Non
che lui temesse per sé, figurarsi: tuttavia volle prima mandare qualcun altro a
vedere come procedevano i lavori.
Nel frattempo tutti gli abitanti della città avevano saputo delle incredibili
virtù di quella stoffa, e non vedevano l'ora di vedere quanto stupido o
incompetente fosse il proprio vicino.
"Manderò dai tessitori il mio vecchio e fidato ministro", decise
l'imperatore, "nessuno meglio di lui potrà vedere che aspetto ha quella
stoffa, perché è intelligente e nessuno più di lui è all'altezza del proprio
compito".
Così quel vecchio e fidato ministro si recò nella stanza dove i due tessitori
stavano tessendo sui telai vuoti. "Santo cielo!", pensò, spalancando
gli occhi, "Non vedo assolutamente niente!"
Ma non lo disse a voce alta.
I due tessitori gli chiesero di avvicinarsi, e gli
domandarono se il disegno e i colori erano di suo gradimento, sempre indicando
il telaio vuoto: il povero ministro continuava a fare tanto d'occhi, ma senza
riuscire a vedere niente, anche perché non c'era proprio niente.
"Povero me", pensava intanto, "ma allora sono uno stupido? Non
l'avrei mai detto! Ma è meglio che nessun altro lo sappia! O magari non sono
degno della mia carica di ministro? No, in tutti casi non posso far sapere che
non riesco a vedere la stoffa!"
"E allora, cosa ne dice", chiese uno dei tessitori.
"Belli, bellissimi!", disse il vecchio ministro, guardando da dietro
gli occhiali. "Che disegni! Che colori! Mi piacciono moltissimo, e lo dirò
all'imperatore."
"Ah, bene, ne siamo felici", risposero quei due, e quindi si misero a
discutere sulla quantità dei colori e a spiegare le particolarità del disegno.
Il vecchio ministro ascoltò tutto molto attentamente, per poterlo ripetere
fedelmente quando sarebbe tornato dall'imperatore; e così fece.
Allora i due truffatori chiesero ancora soldi, e seta, e oro, che gli sarebbe
servito per la tessitura. Ma poi infilarono tutto nella loro borsa, e nel
telaio non ci misero neanche un filo. Eppure continuavano a tessere sul telaio
vuoto.
Dopo un po' di tempo l'imperatore inviò un altro funzionario, assai valente, a
vedere come procedevano i lavori. Ma anche a lui capitò lo stesso caso del
vecchio ministro: si mise a guardare, a guardare, ma siccome oltre ai telai
vuoti non c'era niente, non poteva vedere niente.
"Guardi la stoffa, non è magnifica?", dicevano i due truffatori, e
intanto gli spiegavano il meraviglioso disegno che non esisteva affatto.
"Io non sono uno stupido!", pensava il
valente funzionario. "Forse che non sono all'altezza della mia carica! Davvero
strano! Meglio che nessuno se ne accorga!" E così iniziò anche lui a
lodare il tessuto che non riusciva a vedere, e parlò di quanto gli piacessero
quei colori, e quei disegni così graziosi. "Sì, è davvero la stoffa più
bella del mondo", disse poi all'imperatore.
Tutti i sudditi non facevano che discutere di quel magnifico tessuto. Infine
anche l'imperatore volle andare a vederlo, mentre esso era ancora sul telaio.
Si fece accompagnare dalla sua scorta d'onore, nella quale c'erano anche i due
ministri che erano già venuti, e si recò dai due astuti imbroglioni, che
continuavano a tessere e a tessere... un filo che non c'era.
"Non è forse 'magnifique'?", dicevano in coro i due funzionari;
"Che disegni, Sua Maestà! Che colori!", e intanto indicavano il telaio
vuoto, perché erano sicuri che gli altri ci vedessero sopra la stoffa.
"Ma cosa sta succedendo?", pensò l'imperatore, "non vedo proprio
nulla! Terribile! Che io sia stupido? O magari non sono degno di fare
l'imperatore? Questo è il peggio che mi potesse capitare!"
"Ma è bellissimo", intanto diceva. "Avete tutta la mia
ammirazione!", e annuiva soddisfatto, mentre fissava il telaio vuoto: mica
poteva dire che non vedeva niente! Tutti quelli che lo accompagnavano
guardavano, guardavano, ma per quanto potessero guardare, la sostanza non
cambiava: eppure anch'essi ripeterono le parole dell'imperatore:
"Bellissimo!", e gli suggerirono di farsi fare un abito nuovo con
quella stoffa, per l'imminente parata di corte.
"'Magnifique'!, 'Excellent'!", non facevano che ripetere, ed erano
tutti molto felici di dire cose del genere.
L'imperatore consegnò ai due imbroglioni la Croce di
Cavaliere da tenere appesa al petto, e li nominò Grandi Tessitori.
Per tutta la notte prima della parata di corte, quei due rimasero alzati con
più di sedici candele accese, di modo che tutti potessero vedere quanto era
difficile confezionare i nuovi abiti dell'imperatore. Quindi fecero finta di
staccare la stoffa dal telaio, e poi con due forbicioni tagliarono l'aria,
cucirono con un ago senza filo, e dissero, finalmente: "Ecco i vestiti,
sono pronti!"
Venne allora l'imperatore in persona, coi suoi più illustri cavalieri, e i due
truffatori, tenendo il braccio alzato come per reggere qualcosa, gli dissero:
"Ecco qui i pantaloni, ecco la giacchetta, ecco la mantellina..."
eccetera. "Che stoffa! È leggera come una tela di ragno! Sembra quasi di
non avere indosso nulla, ma è questo appunto il suo pregio!"
"Già", dissero tutti i cavalieri, anche se non vedevano niente,
perché non c'era niente da vedere.
"E ora", dissero i due imbroglioni, se Sua Maestà Imperiale vorrà
degnarsi di spogliarsi, noi lo aiuteremo a indossare questi abiti nuovi proprio
qui di fronte allo specchio!"
L'imperatore si spogliò, e i due truffatori fingevano
di porgergli, uno per uno, tutti i vestiti che, a detta loro, dovevano essere
completati: quindi lo presero per la vita e fecero finta di legargli qualcosa
dietro: era lo strascico. Ora l'imperatore si girava e rigirava allo specchio.
"Come sta bene! Questi vestiti lo fanno sembrare più bello!", tutti
dicevano. "Che disegno! Che colori! Che vestito incredibile!"
"Stanno arrivando i portatori col baldacchino che starà sopra la testa del
re durante il corteo!", disse il Gran Maestro del Cerimoniale.
"Sono pronto", disse l'imperatore. "Sto proprio bene, non è
vero?" E ancora una volta si rigirò davanti allo specchio, facendo finta
di osservare il suo vestito.
I ciambellani che erano incaricati di reggergli lo
strascico finsero di raccoglierlo per terra, e poi si mossero tastando l'aria:
mica potevano far capire che non vedevano niente.
Così l'imperatore marciò alla testa del corteo, sotto il grande baldacchino, e
la gente per la strada e alle finestre non faceva che dire: "Dio mio,
quanto sono belli gli abiti nuovi dell'imperatore! Gli stanno proprio
bene!"
Nessuno voleva confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno
stupido, o un incompetente. Tra i tanti abiti dell'imperatore, nessuno aveva
riscosso tanto successo.
"Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un
bambino.
"Santo cielo", disse il padre, "Questa è la voce
dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto
il bambino.
"Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla
indosso!"
"Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla fine.
E l'imperatore rabbrividì, perché sapeva che avevano ragione; ma intanto
pensava: "Ormai devo condurre questa parata fino alla fine!", e così
si drizzò ancora più fiero, mentre i ciambellani lo seguivano reggendo una coda
che non c'era per niente.
Fiaba di C.Andersen
Buonanotte e Sogni d'oro!